LE RONDINI DI ALVIANO

Alviano, 1213

La piazza è affollata, e tutti chiacchierano tra loro. Arriva Francesco, si mette su un rialzo e cerca di attirare l’attenzione cantando.

FRANCESCO: “Tanto è il bene che m’aspetto che ogni pena m’è diletto!”

La gente mormora: “Ma chi è questo pezzente? Ma che vuole?”.

VOCE: Vattene scemo!

VOCE: Chi sei, che vuoi?

FRANCESCO: Come chi sono, sono il Giullare! C’è la festa oggi no? Il palio degli asini, giusto? Dice che qui ad Alviano ce ne stanno tanti, di asini! Per la festa non aspettavate un giullare?

VOCE: Volemo un giullare vero!

FRANCESCO: E che io so’ finto? Guardate che io sono un Signor Giullare eh! Ché io lavoro alla corte di un pezzo grosso: pensate, che il mio signore è talmente importante che nessuno lo nomina mai. Perché non c’è bisogno di dire il nome: basta dire “Signore” e capiscono tutti!

(risate)

E visto che io sono al servizio di un Signore molto importante, anche io sono un giullare molto importante, quindi mi dovete pagare bene! Io vi prometto che vi farò assistere ad un grande spettacolo, raccontandovi una storia straordinaria che, sono sicuro, nessuno di voi ha mai ascoltato prima. Però mi dovete pagare bene!

POPOLANO: E quanto vuoi?

FRANCESCO: Tre preghiere, due penitenze e quattro opere di carità… Vabbé visto che siete di Alviano posso farvi lo sconto sulle penitenze, che già ne fate tante! Ma non sulla carità! Allora, affare fatto?

VOCI: Sì!

FRANCESCO: Bene, allora andiamo a incominciare.

(tutto il discorso è fortemente mimato, quasi danzato)

“Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena m’è diletto!”.

Cominciano a garrire le rondini. All’inizio piano, poi sempre più forte.

La conoscete questa poesia? E’ una canzone d’amore. Lo sapete cosa racconta? Racconta la storia di un innamorato che è lontano dalla sua bella e che dice che può sopportare qualsiasi pena con grande gioia perché pensa al momento in cui si ritroverà tra le braccia di lei! Perché se pensiamo alla nostra donna…

Le rondini garriscono fortissimo

E mo basta, però!!!!

Le rondini tacciono.

Dicevo, se pensiamo alla nostra donna, e al momento che…

Le rondini ricominciano a garrire. Francesco si ferma e loro tacciono. Appena ricomincia a parlare loro riprendono a garrire. E così via.

FRANCESCO: Sorelle rondini! Qui bisogna che ci mettiamo d’accordo eh! O parlo io o parlate voi.

RONDINI: Parliamo noi.

FRANCESCO: Ah, parlate voi? (rivolto al pubblico) Dice che parlano loro.

Scusate, eh, rondinelle, ma mi pare che voi avete già parlato abbastanza, o no? Adesso tocca a me.

RONDINI: Te c’hai la voce brutta, noi cantiamo meglio

FRANCESCO: Sì, lo so che voi cantate meglio di me. Ma io devo fare una predica per questa gente, adesso!

RONDINI: La facciamo noi la predica.

FRANCESCO: Ma non potete farla voi, la predica! Abbiate pazienza! Voi non avete mica studiato i vangeli.

RONDINI: Perché te sì?

FRANCESCO: No, in effetti neanche io. Però io li ho letti.

RONDINI: Il Signore non apprezza i discorsi degli intellettuali.

FRANCESCO: Sì, lo so che il Signore non ama gli intellettuali, ma le cose semplici.

RONDINI: La conosci la storia della rana?

FRANCESCO: Sì, sì, la so la storia della rana, dopo la racconto anche a loro. Ma adesso fatemi parlare, perché voi non la potete fare la predica.

RONDINI: E perché?

FRANCESCO: Perché… perché voi l’alvianese non lo parlate e questi non vi capiscono! Su, Adesso ascoltate la parola di Dio, zitte e quiete, finché il discorso sia finito. Va bene?

RONDINI: D’accordo.

FRANCESCO: Allora posso ricominciare a predicare?

RONDINI: Certo.

FRANCESCO: E voi ve ne state zitte zitte buone buone?

RONDINI: Ma possiamo restare?

FRANCESCO: Sì, sì, certo che potete restare, basta che state zitte!

RONDINI: Ti fa piacere se restiamo?

FRANCESCO: Sì, sì, mi fa piacere se restate, anche perché di sicuro capite più voi che questa gente qua!

RONDINI: ahahahahahahahahah

FRANCESCO: Adesso però state zitte.

RONDINI: Va bene stiamo zitte.

FRANCESCO: Ecco state zitte.

RONDINI: D’accordo non parliamo più.

FRANCESCO: Sì ma se parlate per dire che state zitte è inutile, no? Dovete stare zitte e basta. D’accordo?

RONDINI: D’accordo.

FRANCESCO: (al pubblico) Non è che c’hanno tutti i torti, eh. La conoscete la storia del prete che pregava?

VOCE: No.

FRANCESCO: Eh beh, figurati! State ridotti bene ad Alviano! Qua non c’è manco un prete che prega? Sì lo so che non è facile trovarne uno… ma non vi preoccupate, non è che a Guardea stanno messi meglio!

Comunque c’era un prete – caso strano – che pregava. Mentre recitava i salmi, però, una rana – fuori della finestra – gracidava e gli impediva di concentrarsi. Così cercava di pregare più forte, ma anche la rana gracidava più forte. E più lui pregava forte e più la rana faceva lo stesso e alla fine si era messo a strillare il salmo e la rana faceva ancora più casino.

Allora, esasperato, disse: “Signore, ti prego! Fai smettere questa rana, perché non riesco a pregare!”.

E il Signore rispose: “Guarda, la rana mi sta dicendo la stessa cosa di te! E a essere sinceri, la sua preghiera è molto più bella della tua!”.

Risate

FRANCESCO: D’altra parte abbiamo molto da imparare dalle rondini, sapete? Guardatele: esse non seminano, non mietono, non accumulano nei granai… al massimo rompono le palle quando uno predica!

RONDINI: Ma vafancù!

FRANCESCO: E sto a scherzà! Dicevo: loro non seminano, non mietono, non ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste le nutre. E non valete voi forse più di loro?

RONDINI: Ciarfai?

FRANCESCO: Sorelline mie, l’ha detto Gesù eh, non fate le permalose!

E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? Un’ora sola!

E perché vi affannate per il vestito? Osservate i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.

Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Il Padre vostro celeste infatti sa di cosa avete bisogno. E lo sa molto meglio di voi!

Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe?

E allora, fratelli, non accumulatevi tesori sulla terra dove tignola e ruggine consumano, e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, ci sarà anche il tuo cuore.

Quelli che servono con il proprio corpo il mondo e gli istinti della carne sono ciechi, poiché non vedono il vero lume.

Arriva la malattia, si avvicina la morte, vengono i parenti e gli amici e dicono: Disponi delle tue cose. E la moglie e i figli e i parenti e gli amici fingono di piangere.  Ed egli sollevando lo sguardo e vedendoli piangere, dice tra sé: “Ecco, la mia anima e il mio corpo e tutte le mie cose pongo nelle vostre mani”. E subito fanno venire il sacerdote, e il sacerdote gli dice: Vuoi ricevere la penitenza dei tuoi peccati? Ed egli risponde: Sì. Vuoi dare soddisfazione, con i tuoi mezzi, così come puoi, per le tue colpe e per quelle cose che hai defraudato e nelle quali hai ingannato gli uomini? Risponde: No. E il sacerdote: perché no? Perché ho tutto disposto nelle mani dei miei parenti e dei miei amici.  E incomincia a perdere la parola, e così quel misero muore di un’amara morte. E il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con una angoscia e con una sofferenza così grandi che nessuno può sapere se non colui che lo prova.  E tutti i talenti, l’autorità e la scienza e la sapienza che egli stesso credeva avere, gli sono tolte. E i parenti, gli amici gli prendono il patrimonio e se lo dividono e poi dicono: Maledetta sia la sua anima, poiché poteva darci e acquistare più di quanto non acquistò.

I vermi poi mangiano il corpo. E così perde l’anima e il corpo in questa breve vita e va nell’inferno, ove sarà eternamente bruciato.

 Applauso

FRANCESCO: Grazie, grazie! E adesso facciamo anche un bellissimo applauso per le Rondini di Alviano!

Se ne va

 

 fonti

Vita prima di Tommaso da Celano

Trattato dei miracoli di Tommaso da Celano

Leggenda Maggiore di Bonaventura da Bagnoregio

Ammonizioni di Francesco d’Assisi
episodio aggiunto, scritto nel maggio 2012 in occasione della rappresentazione di Il Giullare di Assisi ad Alviano, diretta e inteprretata da Riccardo Leonelli con le rondini campionate da Emanuele Grigioni e le musiche degli Eldar.

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